Il pilates, lo yoga come altre attività di movimento sono aiuti importanti per il benessere della colonna vertebrale, anche in presenza di scoliosi.
La scoliosi è una condizione particolare della colonna che si manifesta attraverso una o più curvature sul piano frontale che ne modificano l’allineamento e, nella globalità, genera una deformità tridimensionale.
Il termine stesso “skoliosis” deriva dal greco antico “skoliosi” e significa “curvo, obliquo”: già gli antichi greci, soprattutto con Ippocrate e successivamente con Galeno, avevano individuato questa anomalia e si interrogavano su possibili modi per curarla, ipotizzando primordiali principi di riequilibrio posturale.
Oggi, sebbene siano molto pochi gli studi scientifici che indagano i benefici del pilates applicati alla scoliosi, è comunemente approvato che acquisire maggiore consapevolezza corporea, migliorare la funzionalità respiratoria, ripristinare la capacità di allungamento e di mobilità della colonna siano passaggi fondamentali per gestire meglio la scoliosi e il possibile dolore da essa derivato, oltre che evitarne il peggioramento con il passare del tempo.
A livello scientifico, la causa all’origine della scoliosi non è ancora stata chiarita. E’ più facile che si sviluppi quando in famiglia ci sono già stati casi nei parenti più stretti e di solito l’età in cui si manifesta è quella adolescenziale con un range che varia dai 10 ai 18 anni , colpendo in media 4 adolescenti su 100.
La scoliosi ha impatto sul sistema scheletrico ma anche sui muscoli e sui legamenti.
In un soggetto scoliotico sarà presente un’asimmetria dal punto di vista muscolare, un cambiamento della forma e dell’allineamento vertebrale con conseguenze dirette sulle costole e quindi sulla respirazione.
Altri aspetti visibili nell’immediato sono:
Al momento, sono state individuate 2 tipologie di scoliosi:
E’ una scoliosi strutturale che comporta una o più curvature ben visibili se si osserva la colonna sul piano frontale; viene diagnosticata quando l’angolo di Cobb (unità di misura della deviazione del rachide) ha un valore superiore ai 30°, le vertebre effettuano una rotazione sul piano orizzontale e la gabbia toracica assume un atteggiamento torsivo. Solitamente, dove questi elementi coesistono, si manifesta il “gibbo/gobba”. Gli altri tratti della colonna tendono a diminuire la loro fisiologica curva sul piano sagittale come forma di compenso.
Questo tipo di scoliosi non è reversibile ed è evolutiva: con l’età tende a peggiorare, continuando a crescere e aumentando ancora l’angolo di Cobb preesistente tra 0,5 e 2 gradi ogni 2 anni.
E’ un tipo di scoliosi funzionale che può avere varia natura e include anche quelli che vengono definiti “atteggiamenti scoliotici”. Presenta un angolo di Cobb minore di 30 gradi con una componente rotatoria minima, così come il raddrizzamento delle curve sul piano saggittale. Date le sue caratteristiche, l’area di intervento della componente motoria è maggiore.
E’ in questi casi che un’attività fisica costante, accompagnata da un percorso fisioterapico e medico mirato, può contribuire a ridurre un po’ l’angolo della curvatura esistente ma soprattutto ad evitarne il peggioramento.
I pochi studi a nostra disposizione ci permettono di affermare che i percorsi di movimento forniscono un miglioramento generale ma che questo non deve essere inteso come una “correzione della curva”.
Il primo passo per definire un percorso di movimento è quello di analizzare in maniera specifica il singolo caso, con l’obiettivo, quindi, di non cercare una simmetria perfetta del corpo ma un’asimmetria “migliore” e più funzionale.
Grazie al pilates è possibile lavorare in maniera trasversale su più componenti che, sommate tra loro, consentono di acquisire maggiore consapevolezza corporea, lavorando sui punti che solitamente accumulano tensione e svolgendo un’attività di rinforzo e allungamento muscolare mirato che, nell’insieme, determina un impatto positivo:
Nel pilates la respirazione contribuisce a facilitare il movimento, sviluppare forza, aumentare la mobilità e migliorare la capacità polmonare e di concentrazione.
In particolare, nei soggetti con presenza di scoliosi il lavoro sulla respirazione aiuta nell’intento di creare spazio e lunghezza, prerequisiti indispensabili per ottenere un miglior equilibrio tra le forze e maggior mobilità. Grazie ad alcune tecniche specifiche di respirazione si cerca di bilanciare la tensione tra i vari gruppi muscolari, permettere un buon scorrimento tra i piani dei tessuti, restituire mobilità alle articolazioni.
Molti esercizi del pilates stimolano la forza muscolare con contrazioni di diverso tipo: isometriche, eccentriche e concentriche. Lavorando con ciascuna di queste, si possono fornire al torace stimoli diversi per iniziare ad ottenere dei benefici in termini di elasticità muscolare e di stabilità. Per esempio, saper tenere una posizione, attivando in maniera corretta i muscoli, è fondamentale per cercare di ridurre la rotazione della colonna e la tensione accumulata nel collo e nelle spalle.
Percepire gli allineamenti di spalle e bacino è centrale per capire in che modo il corpo occupa lo spazio: questo aspetto aiuta a percepire come il corpo si muove e quali compensi applica. Di conseguenza, questo tipo di lavoro, aiuta a sentire i compensi per evitarli e ridurli gradualmente, applicando anche nella vita quotidiana gli schemi motori appresi con un allenamento mirato di coordinazione e propriocezione.
E’ sempre consigliabile per chi presenta una scoliosi, soprattutto se con gradi maggiori di curvatura, intraprendere un percorso di allenamento individuale, accompagnato da trattamenti osteopatici/fisioterapici, almeno per il primo periodo. Successivamente, è possibile prendere parte alle lezione di gruppo, avendo acquisito la consapevolezza su come utilizzare i supporti e sulla biomeccanica dei movimenti principali.
Durante le lezioni si darà priorità all’allungamento e il riequilibrio delle forze, cercando di ridurre l’ipertono presente in alcuni gruppi muscolari a causa della deviazione del rachide.
Attraverso l’utilizzo dei supporti si insegna al corpo dove si può appoggiare meglio, come spingere sentendo bene anche le estremità di piedi e mani o come stare seduto in maniera sostenuta. Inoltre, grazie ai supporti nelle zone di maggior tensione sarà più facile lavorare sulla muscolatura che invece ha bisogno di rinforzo. Dopo un momento iniziale in cui i supporti sono una guida, si alterneranno gradualmente momenti con e senza per memorizzare gli imput forniti e in futuro riuscire ad allenarsi anche senza.
Si prediligeranno le posizioni da sdraiati, da seduti e in decubito laterale con una particolare attenzione alla respirazione e agli esercizi che favoriscono la consapevolezza del bacino e del torace, l’allungamento attivo e la mobilità per quanto possibile. Successivamente si introdurranno anche esercizi in decubito prono e in quadrupedia, opportunamente supportati in base alle necessità. Anche il lavoro in piedi è sempre fondamentale per migliorare la consapevolezza dell’appoggio e della spinta dei piedi oltre che l’allineamento dell’arto inferiore, sempre in stretta connessione con bacino e colonna.
Il nostro approccio sarà sempre guidato dall’obiettivo insegnare al cliente come acquisire maggior consapevolezza e ridurre le tensioni assicurandoci di seguirlo passo dopo passo con esercizi specifici e mirati al ritrovamento di una sensazione di benessere psicofisico generale e duraturo.
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