Tendinopatia della spalla

26 Settembre 2024

Tendinopatia della spalla: un’infiammazione comune da non sottovalutare

Le tendiniti, in generale, sono infiammazioni che riguardano i tendini. Questi sono robuste strutture fibrose che collegano i muscoli alle ossa e hanno la funzione di trasmettere la forza esercitata dai muscoli alle strutture con cui si connettono, in modo da rendere possibile il movimento delle articolazioni. Si parla di tendinopatia della spalla quando i tendini all’interno di questa complessa articolazione sono interessati da un’infiammazione.
Le tendiniti della spalla, in genere, interessano i tendini della cuffia dei rotatori o quelli del capo lungo del bicipite.

A volte si formano dei piccoli depositi di calcio all’interno della cuffia dei rotatori che possono determinare sia un’irritazione del tendine interessato (in genere il sovraspinato) sia un aumento del suo spessore, creando una condizione di irritabilità tendinea definita “tendinite calcifica” o più correttamente, tendinopatia calcifica.

Sintomi: 

All’inizio, la tendinite della spalla si caratterizza per sintomi lievi, che si manifestano soltanto durante movimenti più complessi che vedono coinvolti la spalla e il braccio; in una fase più avanzata, invece, si contrassegna per una sintomatologia persistente, che rende difficoltosa l’esecuzione dei gesti quotidiani più semplici.

Di rado la tendinite alla spalla può manifestarsi anche con gonfiore e sensazione di calore.

Tipico della tendinite calcifica è, invece, un dolore intenso che insorge di notte e peggiora sotto sforzo, eventualmente associato a limitazione nell’esecuzione di movimenti semplici.

Un po’ di Anatomia:

La spalla è un complesso articolare coinvolto in numerosi e ampi movimenti (flessione, estensione, abduzione e rotazione). Per ottenere questa grande mobilità articolare, associata alla forza, le diverse strutture che la compongono devono agire in modo coordinato tra loro.
Dal punto di vista anatomico, la spalla è formata da tre ossa (scapola, clavicola e omero) a cui si aggiungono tendini, muscoli, nervi e vasi sanguigni; ciascuno di questi componenti svolge un ruolo fondamentale per il corretto funzionamento dell’articolazione sia per stabilizzarla, sia per muoverla al meglio.

Dal punto di vista anatomico la spalla è una struttura altamente instabile.

La stabilità è mantenuta dal labbro cartilagineo, una struttura anatomica dedicata ad aumentare la superficie articolare tra scapola e testa dell’omero, e dalla coordinazione dei muscoli della cuffia dei rotatori.

La cuffia dei rotatori è un insieme di quattro muscoli e dei loro rispettivi tendini: il sovraspinoso,; il sottospinoso e il piccolo rotondo, che permettono la rotazione esterna  dell’omero e il sottoscapolare, la cui funzione principale è quella di ruotare internamento l’omero.

  • Il sovraspinoso, che agisce principalmente nell’abduzione del braccio
  • Il sottospinoso e il piccolo rotondo, la cui principale azione è quella di ruotare l’omero verso l’esterno;
  • Il sottoscapolare, che permette la rotazione interna dell’omero.

Anche il tendine del capo lungo del bicipite brachiale è un’altra importante struttura tendinea che conferisce stabilità all’articolazione gleno-omerale della spalla.


La cuffia dei rotatori e il capo lungo del bicipite sono fondamentali per mantenere la stabilità dinamica dell’articolazione gleno-omerale: tengono la testa dell’omero centrata all’interno della fossa glenoidea della scapola durante il movimento attivo della spalla.
Una lesione o un’interruzione a uno dei tendini della cuffia dei rotatori può, di conseguenza, influire sulla stabilità dell’articolazione e interrompere la normale cinematica della spalla.

Perchè si sviluppa una tendinopatia della spalla? Ecco le cause principali

La cuffia dei rotatori si lesiona prevalentemente per cause compressive del tendine.

Il tendine del muscolo sopraspinato, ad esempio, transita in uno spazio anatomico formato dalla testa dell’omero e l’acromion della scapola, il cui nome è spazio subacromiale.

Per effetto di traumi, squilibri muscolari, comportamenti posturali errati e altre cause, lo spazio subacromiale può ridursi fino al punto che la testa dell’omero e l’acromion della scapola comprimono il tendine del sopraspinato. La compressione, ovviamente, irrita il tendine suddetto e ne provoca l’infiammazione.

Normalmente, durante l’elevazione del braccio lo spazio in cui passa il tendine si riduce, sottoponendolo ad una compressione che può risultare lesiva quando i movimenti sono ripetuti nel tempo.

Questa situazione, definita sindrome da conflitto, può portare al suo indebolimento fino ad arrivare alla lacerazione. Una piccola lesione della cuffia, a livello del tendine sovraspinato, può estendersi con il passare del tempo fino a coinvolgere anche il tendine sottospinato.

Le tendiniti della cuffia dei rotatori sono in genere dovute a irritazione e infiammazione derivanti da un danno o da un sovraccarico alla spalla. Già intorno ai 40 anni è facile che inizi un processo di degenerazione o usura a carico dei tendini della spalla, caratterizzato da perdita di elasticità e possibili calcificazioni con comparsa di sintomatologia dolorosa. 

Sicuramente giocano un ruolo importante le attività che portano a sovraccaricare le spalle come può accadere nelle persone che per lavoro le sollecitano particolarmente (imbianchini, parrucchieri) o negli atleti impegnati in discipline sportive che richiedono un costante e ripetuto movimento del braccio sopra la testa (baseball, sollevamento pesi, pallavolo, sport con la racchetta, alcuni stili di nuoto, tiro del giavellotto o del disco)
A volte la causa può essere rappresentata da traumi veri e propri (cadute o strappi), ma è più tipico che il tessuto tendineo si logori lentamente nel tempo per poi magari rompersi in seguito a un trauma.

La tendinopatia della spalla da calcificazione tendinea è dovuta all’accumulo di depositi di calcio su uno o più tendini dell’articolazione gleno-omerale.
Questi depositi di calcio riducono l’elasticità e la mobilità dei tendini coinvolti, i quali, diventando più rigidi, sono maggiormente inclini a infiammarsi quando sollecitati.

A favorire la formazione di depositi di calcio sui tendini dell’articolazione gleno-omerale, in particolare su quelli della cuffia dei rotatori, sono il normale processo di invecchiamento e fattori meccanici, come per esempio la compressione.

Cosa fare in caso di infiammazione della spalla ? 

Il trattamento della tendinite alla spalla dipende da numerosi fattori, tra cui l’età, i sintomi e la gravità della condizione.

E’ comunque importante ricordare che le tendinopatie diventano chirurgiche solo nei casi di lesione massiva della cuffia dei rotatori o lesione totale di uno dei tendini.

Nella maggior parte dei casi, specie se il problema è di lieve entità e riguarda un solo tendine, il trattamento conservativo (riposo, farmaci antinfiammatori non steroidei, fisioterapia ed esercizio) è sufficiente per trattare l’infiammazione con risultati soddisfacenti e tempi di recupero limitati. A volte basta meno di un mese per riprendere una buona mobilità senza dolore, in altri casi, qualora sia necessario un protocollo riabilitativo più articolato, possono volerci 3-4 mesi.

Il programma di terapie conservative adottate classicamente in presenza di una tendinite della spalla comprende:

  1. Riposo funzionale: l’astensione da tutti quei movimenti della spalla che evocano dolore. Il riposo funzionale è particolarmente importante nelle fasi iniziale del trattamento, quando la sensazione dolorosa è acuta;
  2. Crioterapia: l’applicazione di ghiaccio sulla zona dolente ha un effetto antinfiammatorio rilevante. Affinché siano efficaci il paziente deve ripetere gli impacchi di ghiaccio almeno 4-5 volte al giorno, per un arco di tempo di 10-15 minuti a impacco;
  3. Terapia farmacologica: assunzione di farmaci antinfiammatorio non steroideo (FANS) o, in alternativa, infiltrazione di un corticosteroide. Questi, sono medicinali finalizzati a ridurre l’infiammazione e attenuare il dolore ma è importante precisare che la loro assunzione deve avvenire solo dopo prescrizione medica.
  4. Fisioterapia: gioca un ruolo fondamentale nel recupero dalla maggior parte dei casi di tendinite della spalla e prevede:
  • Rieducazione funzionale: consiste nella correzione posturale del rachide nella sua completezza per consentire una migliore mobilità della dell’arto superiore.
  • Terapia manuale: tecniche manipolative indirizzate direttamente alle componenti muscolo-scheletriche di spalla, rachide toracico e cervicale.
  • Esercizio attivo terapeutico individuale: fondamentali per la gestione della spalla dolorosa. Prevede un percorso individuale mirato al corretto reclutamento della muscolatura con l’obiettivo di migliorare la capacità di mobilità e controllo della spalla sofferente. Le strategie terapeutiche proseguono con programmi di esercizio domiciliare.

La spalla necessita di un buon funzionamento muscolare per mantenere centrata l’articolazione, e gli esercizi sono fondamentali per ottenere questi risultati, riducendo il dolore e permettendo al paziente di tornare a muoversi liberamente.

Il trattamento conservativo della tendinite calcifica della spalla è quello maggiormente consigliato. Questo include l’uso di farmaci anti-infiammatori non steroidei, soprattutto nella fase acuta della patologia, affiancato da un trattamento fisioterapico appropriato mirato alla prevenzione della rigidità articolare. Secondo gli ultimi ritrovati sull’argomento sembra che l’utilizzo delle onde d’urto sia consigliabile così come l’utilizzo della procedura del needling guidato da ecografia.

L’approccio del team di Corpore Clinica Dinamica

Quando ci prendamo cura di una persona che presenta una tendinopatia della spalla, lavorare in equipe ci può permettere di raggiungere più facilmente gli obbiettivi preposti e di creare un miglioramento duraturo nel tempo.

In accordo con il cliente e con la fase in cui si presenta il dolore (acuto, cronico, intermittente) scegliamo insieme la strada piu indicata: in un primo momento spesso è utile agire in modo mirato con tecniche di terapia manuale, a cui pian piano associare attività fisica specifica. Questo lavoro, se ben gestito, potrebbe bastare per ritrovare equilibrio e benessere.

In ogni caso, il nostro corpo è una struttura complessa e funzionalmente unica. Tutti i sistemi comunicano e collaborano tra loro, influenzandosi positivamente e purtroppo anche negativamente. 

Anche una tendinopatia, che potrebbe apparire circoscritta e limitata al distretto della spalla sofferente, può essere influenzata da tutto il nostro organismo. Non sarà sempre possibile, quindi,  pensare di risolvere questa problematica concentrandosi solamente su di essa.

Per esempio, uno squilibrio viscerale potrebbe indurre una postura scorretta e causare un sovraccarico a livello della spalla. In questo caso la collaborazione tra fisioterapia, osteopatia e nutrizione potrà aiutare a risolvere al meglio la problematica.  Così come pratiche di movimento consapevole come Pilates, Yoga o Feldenkrais stimoleranno e faciliteranno il mantenimento, nel tempo, di un corretto movimento e di una buona postura. 

Un lavoro di equipe risulta perciò fondamentale per garantire al sistema corpo di raggiungere un equilibrio funzionale e permettere, in questo caso specifico, ad una spalla di muoversi al meglio ed evitare quei sovraccarichi alla base di una problematica tendinea.

 


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